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Chi lavora da tempo nel settore della rilevazione presenze tende spesso a dare per scontate alcune funzionalità dei terminali. Tuttavia, è importante ricordare che non sempre l’evidente per un tecnico lo è anche per un utente finale. Una domanda apparentemente banale, come “Si può invertire il lato di lettura della bollatrice?”, ha offerto lo spunto per mostrare quanto sia semplice e potente la configurabilità delle moderne soluzioni di rilevamento.

Nel caso in esame, parliamo di una bollatrice RFID da parete, comunemente installata nei corridoi aziendali. L’apparecchio, che di default assegna al lato destro la funzione di “Entrata” e al sinistro quella di “Uscita”, può facilmente invertire questa logica tramite una semplice riconfigurazione software. In due click, senza interventi fisici sull’hardware, il terminale aggiorna la sua logica di funzionamento: il lato destro diventa uscita, quello sinistro entrata, e le icone a display si aggiornano in tempo reale.

💡 Tutto avviene in tempo reale grazie alla rete LAN, tramite un pacchetto di configurazione inviato dal software centrale. Questo è reso possibile da una connessione TCP/IP stabile, per cui si raccomanda:

  • l’uso di switch gigabit managed, con capacità di inoltro istantaneo e porte PoE per l’alimentazione remota;

  • cablaggio Cat.6 o superiore, con distanze contenute entro i 90 metri per il tratto principale, più 10 metri di patch cable;

  • rete Wi-Fi dual-band solo in ambienti dove il segnale è monitorato e l’infrastruttura è adeguatamente protetta da interferenze.


📟 Una breve storia delle bollatrici: dall’interruttore al touchscreen

Chi si occupa di gestione del personale ricorda sicuramente le vecchie bollatrici elettromeccaniche a cartellino. Quelle che facevano “trillare” un suono quando si inseriva la scheda cartacea per timbrare.

Nel tempo, queste tecnologie si sono evolute in modo radicale:

  • Anni ‘80-‘90: tasti meccanici a interruttore, soggetti a usura e falsi contatti.

  • Fine anni ‘90: introduzione di sensori a infrarossi (griglie ottiche) per creare tastiere touch primitive ma prive di parti mobili.

  • Dal 2010 in poi: display touchscreen capacitivi, precisi, retroilluminati e multi-interazione, basati sulla stessa logica dei moderni smartphone.

La transizione ha trasformato la bollatrice in un vero terminale intelligente, con possibilità di personalizzazione grafica, configurazione remota, visualizzazione di messaggi e causali sul display.


🎫 Tecnologia RFID al centro del processo

Le moderne bollatrici utilizzano lettori RFID a 13,56 MHz, compatibili con lo standard ISO/IEC 14443A. Il badge personale dell’utente non è altro che un tag passivo, che contiene un UID univoco e, nei modelli più avanzati (es. MIFARE DESFire), anche 2 o 4 kB di memoria per memorizzare diritti di accesso, causali, dati crittografati.

Ogni transazione è rapidissima: meno di 0,2 secondi tra avvicinamento e riconoscimento. Questo assicura fluidità negli accessi anche in situazioni di elevata densità di traffico, come nei cambi turno delle grandi aziende.

Inoltre, il sistema registra tutti i tentativi di accesso, compresi quelli non autorizzati, fornendo un log dettagliato consultabile dal responsabile sicurezza o dall’ufficio HR.


🔄 Configurabilità che semplifica la vita

Cambiare il lato preferito per l’entrata o l’uscita non significa solo una comodità. In ambienti in cui gli spazi sono ristretti o modificabili nel tempo, come nei reparti di produzione o nei corridoi modulari, poter riassegnare le funzioni dei lati del terminale in pochi secondi evita interventi fisici, riduce i tempi di fermo e migliora l’esperienza d’uso.

E tutto questo con il massimo rispetto per l’utente: il gesto rimane lo stesso (avvicinamento del badge), ma il comportamento si adatta alla logica aziendale. Un piccolo esempio di come la tecnologia possa risolvere problemi reali in modo elegante.